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LA SALDATURA



La saldatura è un momento cruciale per tutti quelli che si avvicinano all'elettronica ed alla sua realizzazione pratica, infatti da una buona saldatura dipende la riuscita oppure no del nostro progetto. Fortunatamente per applicazioni dove non ci sono alte frequenza in gioco, la saldatura non è eccessivamente critica.


Per fare delle buone saldature occorrono due cose fondamentalmente:

  1. Una buona attrezzatura non professionale

  2. Una mano ferma e decisa ma non frettolosa, poi vedremo perchè.


L'attrezzatura di base è composta di:

  • Saldatore a punta fina piatta da 16W fino a 25W massimi.

  • Rotolino di stagno 60/40 (lega di 60% stagno e 40% piombo) del diametro max di 1mm.


Tutto il resto è in più e per "il resto" si intende:

  • Dissaldatore a pompetta.

  • Pasta salda.

  • Aspiratore per i fumi.


Questo non significa che sono inutili, ma soltanto che non servono per iniziare a saldare.

Ultima cosa, il saldatore pigliatelo di una marca nota (Weller, Ersa, Philips) perchè avrete poi la possibilità dopo diversi anni di poter trovare le punte di ricambio che inevitabilmente si consumano con l'uso. Inoltre l'aspiratore dei fumi di saldatura può anche essere costruito con una ventola da PC di quelle grandi con applicato nella parte superiore (o inferiore) un filtro a carboni attivi (che si trovano in commercio www.opitec.it cod.313.037). Se avete intenzione di autocostruirvi l'aspiratore di fumi, scegliete una ventola più ampia possibile magari alimentata a 12Volt che collegherete ad un trasformatore a parete che magari vi è rimasto dall'ultimo telefonino che vi si è rotto. Importante è il filtro a carboni attivi che serve a filtrare l'aria trattenendo le impurità. Non è mai come una cappa aspirante che getta via l'aria all'esterno ma è sempre meglio di niente e se non fa freddo potete sempre tenere la finestra aperta. La ventola la poggerete davati il circuito che state saldando.


La tecnica per fare una buona saldatura è la seguente:

  1. Pulire le piste con un batuffolo di cotone e dello spirito (è un ottimo sgrassante).


  2. Montare il componente nei fori avendo l'accortezza di piegare i reofori a 45° in modo che quando rovescerete il C.S. il componente non uscirà più fuori.


  3. Rigirare il C.S. in modo da avere rivolto verso di voi il lato con le piste.


  4. Poggiare con mano ferma e decisa la punta del saldatore sul punto di congiunzione tra reoforo e piazzola. In questo modo il saldatore scalderà contemporaneamente tutti e due i componenti (piazzola e reoforo).


  5. Poggiare il filo di stagno sul punto in cui il reoforo esce dallo stampato avendo l'accortezza di toccare contemporaneamente sia il reoforo sia la punta del saldatore e spingerlo sulla piazzola man mano che si squaglia, generalmente per non più di 2-3mm di lunghezza. Questo dipende dal diametro del filo di stagno


  6. Togliere il filo di stagno lasciando appoggiata ancora per qualche secondo la punta del saldatore prima di toglierlo. Vedremo che lo stagno si fonderà allargandosi sulla piazzola ed assumendo la forma di un vulcano. Nel momento in cui si stacca il saldatore dalla piazzola, evitare di far muovere componente e basetta, altrimenti lo stagno si solidificherà male ed il contatto elettrico sarà cattivo.

  • Se la saldatura rimane a "palletta" significa che la quantità stagno applicato è eccessiva.

  • Se la saldatura è a “palletta” e con i “bordi staccati" dalla piazzola anche in questo caso il saldatore è stato tenuto troppo poco sulla piazzola o la stessa non era ben pulita.

  • Se la saldatura è “opaca” significa che avete mosso il componente durante la fase di raffreddamento dello stagno oppure la qualità dello stagno non è buona.




CONTINUA ...







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