Nella robotica b.e.a.m. si realizzano piccoli robot che riproducono i comportamenti elementari degli esseri viventi del regno animale. Si parte dagli insetti robot (symet, photovore, walker) che seguono o evitano la luce e gli ostacoli muovendosi su ruote, zampe o solamente strisciando e si continua con robot più complessi come Hider. Generalmente vivono grazie alla luce solare di cui si nutrono ma possono essere alimentati anche a batteria. Per costruirne uno, non servono componenti costosi o particolari, è sufficiente racimolare i componenti da altri apparati elettronici rotti come lettori CD, radio, videoregistratori, dove ci sono tutti i pezzi necessari per costruirli. Messi insieme dentro una "sandbox" illuminata, offrono uno spettacolo inimitabile.

Per capire meglio cosa è un robot b.e.a.m. e la filosofia che c'è dietro, non c'è niente di meglio che questo paragrafo tratto dallo scritto "Living Machines" di Brosl Hasslacher e Mark W. Tilden.

"Il nostro obiettivo è quello di delineare i confini di un binario parallelo nell'evoluzione delle forme robotiche che è radicalmente diverso da qualsiasi altro tentato in precedenza. Per fare questo dobbiamo prima descrivere la motivazione per farlo e quindi la strategia per la sua realizzazione. Lungo il percorso diventerà chiaro che le macchine che progettiamo e costruiamo non sono robot in senso tradizionale. Essi non sono macchine progettate per eseguire una serie di compiti orientati ad un obiettivo o ad un lavoro, ma piuttosto per esprimere modalità di comportamenti di sopravvivenza: la sopravvivenza di una macchina autonoma mobile in un ambiente sconosciuto a priori e forse ostile.Noi non usiamo alcuna nozione convenzionale di "intelligenza" nei nostri progetti, anche se ne sospettiamo qualche strana forma che potrebbe emergere successivamente. Il nostro tema sono le macchine orientate alla sopravvivenza e scopriremo che l'intelligenza, in qualsiasi forma sofisticata, non è necessaria per questo concetto. Per queste macchine, se la vita è provvisoriamente definita come ciò che si muove per i propri scopi, allora abbiamo a che fare con le macchine viventi e su come farle evolvere. Noi chiamiamo queste macchine Biomorfi ( BIOlogico MORFologia), una forma di vita parallela."

Ma Beamitaly non è solo questo, progettare sistemi beam avanzati costa molto tempo, denaro e spazio dato che si basa tutto su logica discreta. Ogni tanto allora esce qualche articolo di robot e altro che usano microprocessori, come Wall-G o speculazioni filosofiche come la Scala di Roboticità o ancora Tutorial come costruire una base circolare perfetta o gli ottimi articoli sui servo di Stefano. Ultimo ma non per importanza, l'articolo su CORA la macchina che apprende di W. G. Walter. Un ottimo spunto per creare qualcosa di più interessante del classico robottino che gira incessantemente per casa fino all'esaurimento della batteria.

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